Da gioco a passione e da passione a vera e propria impresa.
Nasce così la BeerFirm made in Irpinia, un “birrificio nomade” che incarna in sé tutte le caratteristiche di un nuovo soggetto che si sta affermando sul mercato, ovvero la “beer firm”, aziende che “prendono in affitto” gli impianti altrui per produrre birra a proprio marchio e con propria ricetta.
La nuova sfida si chiama “Venti15Brewing” e viene lanciata da due “giovanotti” intraprendenti di Ariano Irpino, Liberato Manna e Mimmo Puorro. “Ho iniziato come iniziano un po’ tutti a fare la birra in casa, ovvero con i kit di malto luppolato. Tutto è iniziato un anno fa. Quasi per scherzo”, spiega Liberato Manna. “I primi kit li ho fatti da solo, con risultati relativamente buoni (difficile sbagliare con i kit anche se il sapore non è proprio superlativo). Dopo qualche tempo ho deciso di passare al metodo all grain, ovvero macinare i grani, fare i vari step di mash (step con diverse temperature), infine bollitura e luppolatura. Le prime due “cotte” le ho fatte con un amico a casa, con una pentola da 23 litri. E’ stata quella la molla. Quando ho assaggiato finalmente la prima birra realizzata in all grain (è lo stesso meccanismo dei birrifici ma in piccolo) ho capito che davvero mi piaceva fare la birra. Da lì a poco a poco ho continuato ad affinare la tecnica. Anche grazie all’ausilio di un amico più esperto, Antonio De Feo. Durante il periodo di perfezionamento e cotture varie, ho frequentato un corso di degustazione organizzato da Slow Food Colline dell’Ufita e Taurasi, dal Presidente Tonino Ferrante e la docenza dell’ottimo Alfonso Del Forno. Forse è stata proprio in quell’occasione che grazie a lui, ottimo degustatore e conoscitore di qualsivoglia stile birraio, ho iniziato ad apprezzare e a pensare seriamente di voler portare avanti un progetto brassicolo fuori dalle mura domestiche”.
Ma la svolta vera e propria arriva circa sei mesi fa, quando un amico di Manna – e attuale “socio” in questa avventura – Mimmo Puorro, gli ha proposto di fare le cose sul serio. “Ho accettato subito. Abbiamo acquistato insieme un piccolo impianto pilota, fermentatori troncoconici in acciaio e quant’altro. Abbiamo iniziato a sperimentare le ricette, coadiuvati da Antonio De Feo. Abbiamo realizzato due birre. Una American Pale Ale, birra chiara, corpo medio, buona luppolatura, schiuma persistente, alc 6% che abbiamo chiamato Mà-Tì e una seconda birra, la Ruà, un’ American IPA, birra da 6,8%, colore ambrato, spiccata luppolatura americana. E infine un’altra birra chiara, la Cèleza, birra beverina, stile Helles, aroma fruttato e speziato, dovuto a nobili luppoli tedeschi. Chiara, brillante, schiuma molto persistente. Corpo inesistente, il fruttato e lo speziato dei luppoli avvolge completamente il palato. Finale amaro deciso ma non invasivo, persistente”.
Ma non finisce certo qui “E’ in progetto anche una IPA (India Pale Ale), birra luppolata, dall’amaro deciso. Per arrivare ad ottenere ottime ricette abbiamo diverse volte fatto degli accorgimenti, perfezionato, imbottigliato e fatto assaggiare ad amici ed esperti del settore. Quando ci siamo resi conto che eravamo arrivati ad un ottimo risultato ci siamo detti, perfetto, è il momento di commercializzare”.
Il perché del nome “Venti15Brewing” è presto detto. “Semplicemente inteso come 2015, ovvero l’anno in cui abbiamo prodotto e commercializzato le nostre prime birre. Tra una decina di giorni inizieremo a distribuire la Cèleza soprattutto sul territorio arianese e in provincia di Avellino. Tutte le nostre produzioni sono realizzate in modo naturale, con acqua, malto d’orzo o di frumento, luppoli e lievito. Nient’altro”. (Articolo del quotidiano online Più Economia)