Il periodo delle festività natalizie è caratterizzato, nel mondo birraio, da un termine ricorrente: “Birre di Natale”. Ci sono eventi e degustazioni dedicate nonché decine di nuove proposte etichettate sotto questo nome, caratterizzate da ricette originali.
Le Birre di Natale, un tempo prodotte dai mastri birrai per essere offerte ai dipendenti della birreria, ai clienti più affezionati e agli abitanti del villaggio durante le feste natalizie, oggi sono un’affascinante realtà che permette a chi non conosce le birre speciali di scoprire una birra speciale “di stagione” di qualità.
In realtà non è ben chiaro se si tratti di uno stile specifico codificato o semplicemente dell’abitudine di far uscire nuove etichette a ridosso del Natale per motivi di marketing.
Le origini
Si dice che l’origine della Birra di Natale risalga all’XI secolo, ma nessuno ha prova certa di questa affermazione. La leggenda vuole che sia nata in Norvegia e che fosse degustata durante il solstizio d’inverno, il 21 dicembre, in omaggio alle divinità nordiche. Anzi, pare che sia stato il potente dio della guerra, Odino, a rivelare agli uomini il segreto della fabbricazione di una birra forte, tanto da ubriacare, e che lui stesso punisse chi rimaneva sobrio, quasi fosse una mancanza di rispetto agli dei. Per fortuna tutto ciò oggi è solo leggenda, tranne la sostanza, cioè la Birra di Natale, di cui anche Francia e Belgio rivendicano le origini, per non dimenticare la Gran Bretagna a cui si deve la continuità nel tempo con le Christmas Beers. Di certo la Birra di Natale nei secoli è entrata a far parte della cultura di molti paesi, primo fra tutti il Belgio che a fine XIX secolo vantava più birrerie che città, ma ha saputo raggiungere anche l’America, arricchendosi di aromi di cioccolato e di uvetta al brandy.
Al di là delle leggende la Birra di Natale nasce come esigenza per tutti i produttori artigianali che, in altri tempi, dovevano liberare i magazzini per lo stoccaggio del nuovo raccolto di orzo e luppolo e quindi utilizzavano le riserve dell’anno precedente o l’eccedenza del nuovo raccolto per la produzione di una birra ricca di materie prime, più forte, più densa, più aromatica di quella normalmente prodotta.
Oggi che la tecnologia permette di controllare la temperatura di fermentazione e che lo stoccaggio e la distribuzione non sono più un problema, la Birra di Natale non è più un prodotto locale per amici, dipendenti e clienti del mastro birraio, ma una bella tradizione che permette a tutti di riscaldare l’arrivo dell’inverno con una birra generosa, aromatica, forte.
Lo stile
Normalmente prodotte con il metodo dell’alta fermentazione, anche se fuori dal Belgio se ne trovano a bassa fermentazione, le Birre di Natale hanno caratteristiche particolari: colore ambrato, profumo aromatico e fruttato, con sentori dolci, quasi caramellati, gusto ricco, speziato, e gradazione alcolica elevata. A fare la differenza tra le specialità di Natale è la maestria, la creatività e la fantasia del mastro birraio, che ben si guarda dal far conoscere la sua ricetta, doverosamente tenuta segreta.
La Birra di Natale ha il suo appeal, per ciò che evoca, un clima festoso, per il suo gusto, capace di scaldare l’inverno, per il suo packaging, le birrerie oggi sanno stimolare il consumo con una grafica accattivante, per la sua capacità di abbinarsi al cibo, dai piatti di selvaggina ai formaggi fino ai dolci, ma soprattutto, saputa proporre, è un invito al consumatore per scoprire il meraviglioso mondo delle birre speciali, da gustare e… regalare.
Analizzando il documento di riferimento per tutti gli stili birrari redatto in Belgio (patria per eccellenza) si evince che il Kerstbier – termine belga che identifica le birre di Natale – non è uno stile ben definito ma piuttosto un sottoinsieme di quelle che vengono definite Birre Invernali.
Questa tipologia di birre stagionali è caratterizzata per definizione da spezie tipiche, zuccheri speciali e altri ingredienti tipici dei piatti natalizi.
In Inghilterra invece la voce “Christmas Ale” appare nella famosa Oxford Companion to Beer, l’enciclopedia di riferimento del settore brassicolo. Anche in questo caso però la definizione è molto ampia e non può delineare un vero e proprio stile.
Nello stesso documento possiamo trovare un’ interessante ricostruzione delle antenate delle birre di Natale cioè tutte quelle tradizionali bevande invernali a base di frutta e spezie tipiche della tradizione inglese ma anche della tradizione belga.
Le nazioni produttrici
La storica predisposizione dei birrai belgi ad impiegare spezie nelle proprie ricette che ha portato il Belgio ad avere la maggiore produzione di Birre di Natale del mondo, tra queste la famosa e apprezzata Stille Nacht di De Dolle che ogni anno suscita grande curiosità in tutti gli appassionati.
Il paese che per eccellenza produce Birra di Natale è indiscutibilmente il Belgio, in cui ad oggi si contano più di un centinaio di birrifici che la producono. In realtà questa tradizione risale ai primi del ‘900 e la sua origine viene attribuita a John Martin, inglese trasferitosi ad Anversa nel 1908, che lanciò la moda nel paese con la storica Gordon X-Mas. Ed è sempre il Belgio che celebra la Birra di Natale con due manifestazioni di grande importanza, il Festival des bières de Noël a Essen e la Soirée Bières de Noël a Bois-de-Lessines.
La Germania come conseguenza dell’Editto della purezza che vieta l’uso delle spezie nelle ricette non ha mai sviluppato una tradizione di birre di Natale mentre Regno Unito e Stati Uniti, storicamente più predisposti alla sperimentazione, hanno numerosi birrifici che si dilettano nella produzione di birre stagionali da far uscire nel periodo natalizio, con un occhio sempre ben attento alle opportunità commerciali.
In Italia la tradizione della Birra di Natale sta riscuotendo molto successo il che ha indubbiamente stimolato i produttori nazionali, soprattutto i sempre più numerosi birrifici artigianali, a brassare birre di Natale tutte italiane con risultati brillanti anche grazie alla tecnica della maturazione in legno.